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La protezione dei dati a scuola
Gli strumenti digitali nelle scuole stanno diventando sempre più importanti. Al di fuori della scuola, il corpo docente ma anche i bambini sono costantemente online. Quest’ultimi si trovano quindi a confrontarsi con domande circa la protezione della privacy e dei dati. Cosa succede con l’utilizzo dei vari strumenti? Quali tracce lascio? E chi ne ha accesso? Perché uno strumento può essere utilizzato nella sfera privata ma non a scuola? Cosa posso fare io o la scuola con i dati raccolti tramite gli strumenti utilizzati?
Gli sviluppi tecnologici sono rapidi e non sempre prevedibili. Per questo motivo, il presente materiale didattico non si focalizza sugli strumenti e sulle tecnologie attuali: le alunne e gli alunni devono anzi sviluppare un comportamento che permetta loro di comportarsi in modo appropriato in vista delle crescenti sfide della digitalizzazione. Le offerte cambiano, i requisiti relativi alle nuove possibilità anche. Ancora più importante è che ogni persona possegga gli strumenti per prendere le decisioni con sicurezza. A questo proposito devono sapere quali regole ci sono e cosa può essere fatto con tali regole. Devono saper valutare i rischi e conoscere come poterli contenere.
Il diritto umano alla privacy
Il diritto alla privacy è sancito nella Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e nella Costituzione federale. La tutela della privacy riconosce alle persone la possibilità di muoversi e svilupparsi liberamente in determinati ambiti. Solo chi gode della privacy può elaborare un’opinione personale ed interrogarsi in modo critico sulle questioni sociali. Questo è il presupposto fondamentale che sta alla base di una democrazia che funziona.
I dati possono essere sempre usati in modo improprio
Solo i dati che non sono stati salvati non possono essere utilizzati in modo improprio. Un esempio particolarmente estremo della storia ci arriva dai Paesi Bassi: durante la Seconda guerra mondiale, infatti, gli ebrei sono stati rintracciati più velocemente ed efficacemente rispetto a qualunque altro Paese e deportati nei campi di concentramento. Come è stato possibile? Il Paese già dal XIX secolo teneva un registro nel quale erano annotate informazioni molto dettagliate sulla popolazione. Il popolo si fidava dello Stato e lo Stato utilizzava le informazioni a supporto di una migliore pianificazione territoriale e urbanistica. Tra i dati raccolti figurava anche la confessione religiosa. Negli anni Trenta del XX secolo, i dati erano riportati su schede perforate che venivano lette da una macchina. Quando i nazionalsocialisti occuparono i Paesi Bassi nel 1940, grazie a questi dati riuscirono a trovare tutte le ebree e gli ebrei nel giro di pochi giorni. L’esempio mostra come anche i dati che sono raccolti per uno scopo positivo, possano portare a conseguenze terribili.
Minimizzazione dei dati tramite la digitalizzazione
Dalle schede perforate, il trattamento dei dati si è sviluppato enormemente. Mentre in passato le ridotte capacità di memoria limitavano la raccolta di dati, oggi questi ostacoli non ci riguardano più. La capacità di calcolo del computer permette elaborazioni di dati più complesse. I modelli commerciali delle aziende di successo si basano sulla raccolta, l’interconnessione e l’analisi di più dati personali possibili delle/degli utenti. Queste analisi di dati possono apparire innocue, in parte sono anche utili e rendono la nostra vita più facile. Ma possono anche sempre essere utilizzate contro di noi.
Gli sviluppi tecnologici permettono non solo la massimizzazione dei dati ma anche la loro minimizzazione. I computer più piccoli, come gli smartphone, possono compiere già oggi calcoli complessi a un livello locale. Il trasferimento a centri dati o sul cloud non è più necessario. Le tecnologie aprono sempre nuove possibilità e siamo noi come società a scegliere il modo in cui vogliamo utilizzarle.
Protezione dei dati in Svizzera
In Svizzera nel 1993 entrò in vigore la Legge federale sulla protezione dei dati (LPD). Nel Cantone di Zurigo nel 1994 seguì la Legge sulla protezione dei dati, oggi chiamata Gesetz über die Information und den Datenschutz (IDG). Ogni Cantone dispone di una propria legge sulla protezione dei dati. L’elaborazione dei dati degli organi federali è soggetta alle disposizioni della LPD, la quale stabilisce anche le condizioni per gli organi privati e le aziende. Le scuole, gli ospedali, la polizia e gli altri organi pubblici del Cantone di Zurigo sono invece sottoposti alle disposizioni della IDG e al controllo da parte dell’Incaricato federale per la protezione dei dati del Cantone di Zurigo, il quale monitora l’elaborazione dei dati degli organi pubblici e offre consulenza in caso di dubbi sulla loro tutela. Ovviamente, il singolo organo è responsabile della corretta applicazione della protezione dei dati.
Protezione dei dati nella vita scolastica
La quantità dei dati raccolti aumenta rapidamente sulla scia della digitalizzazione, così come le possibilità di analizzarli e riutilizzarli successivamente. Le applicazioni tecnologiche come il cloud computing, le piattaforme di e-learning, le chat di classe e i social media, oltre ai vantaggi offerti, portano con sé nuovi e più grandi rischi a livello di violazione della personalità. Oggigiorno vengono salvati e divulgati molti più dati di alunne e alunni rispetto al passato, con la conseguenza che il corpo docente possa esserne involontariamente influenzato in modo negativo.
Ad esempio, la trasmissione di dati esaustivi relativi all’istruzione e all'educazione può influire negativamente sulle possibilità di un bambino proveniente da una famiglia con un basso livello di istruzione rispetto a un bambino figlio di laureati.
Glossario sulla protezione dei dati
Nella quotidianità scolastica le domande relative alla legislazione della protezione dei dati sono molteplici e variegate. L’Incaricato federale ha raccolto le sue risposte ai quesiti di dirigenti scolastici, corpo docente e altro personale specializzato, ma anche di genitori, e le ha organizzate per parole chiave in un glossario sulla protezione dei dati. Quest’ultimo è costantemente aggiornato ed è disponibile su
www.datenschutz.ch
.
Il glossario sulla protezione dei dati per la scuola dell’obbligo contiene risposte di semplice formulazione a domande del tipo:
– La scuola può pubblicare immagini dei miei figli su internet?
– In qualità di genitore posso fotografare i bambini durante la recita?
– Una/un docente può scattare una foto ricordo della classe?
– In qualità di docente posso parlare di problemi di salute di alunni e alunne in aula professori?
– Posso comnicare via Whatsapp con le mie alunne/i miei alunni?
– A cosa devo prestare attenzione se desidero utilizzare un servizio cloud per collaborare con altre persone a un lavoro?