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Protezione dei dati a scuola
Protezione dei dati a scuola
Sin da piccoli, i bambini devono fare i conti con una sempre maggiore pressione sulla propria sfera privata. Una parte importante della loro vita sociale si svolge sullo smartphone e le relative app. Capire esattamente cosa significhino le disposizioni presenti nelle CGC, che devono essere approvate per poter utilizzare il servizio, è complicato, non solo per i bambini. Ancora più difficile è riconoscere i pericoli derivanti da un utilizzo incauto su internet dei dati personali propri e di terze persone. L’incertezza può trasformarsi in rassegnazione con il conseguente rischio di "annullamento della sfera privata".
Perché dovremmo mettere in discussione le pratiche offerte, proposte dalla maggior parte dei grandi gruppi industriali globali? In fondo le usano "tutti"! Perché la protezione della sfera privata è così importante?
Perché dovremmo rinunciare a queste allettanti opportunità? Non avere nulla da nascondere, equivale a dire che tutti debbano sapere tutto di me?
Si potrebbe forse pensare che la pubblicità personalizzata sia meno fastidiosa di quella casuale; eppure la questione è molto più complessa. Infatti, se non siamo più in grado di controllare ciò che gli altri sanno di noi o se non ci è chiaro il motivo per cui riceviamo determinate informazioni (e altre invece no), siamo più facilmente oggetto di manipolazione.
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Senza privacy non c’è democrazia
La privacy è un diritto fondamentale. Ecco perché la sua protezione è sancita tanto nella Costituzione federale quanto nella Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Eppure si evoca sempre lo spettro della perdita della sfera privata. «Privacy is dead. Get over it», avrebbe detto l’ex CEO di Sun Microsystems Scott McNealy. Eric Schmidt, ex CEO di Google, affermava: «Se c’è qualcosa che non volete far sapere a nessuno, forse fareste bene a non farlo».
Anche Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, ha affermato che le persone oggi non hanno alcun problema a condividere la propria sfera personale. Eppure sul suo laptop il microfono e la fotocamera sono disattivati. A quanto pare Mark Zuckerberg tiene molto alla propria privacy.
La protezione della sfera privata fu reclamata per la prima volta nel 1890 in un articolo dei due giuristi statunitensi Warren e Brandeis come il diritto ad essere lasciati in pace - "The Right to be let alone".
Gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale hanno reso evidente che le informazioni finite in mani sbagliate portano a conseguenze devastanti. Con l’avvento dei computer negli anni Sessanta, la legislazione relativa alla protezione dei dati ha continuato a svilupparsi.
La tutela della privacy riconosce alle persone la possibilità di muoversi e svilupparsi liberamente in determinati ambiti. Solo chi gode della privacy può formarsi un’opinione personale ed interrogarsi in modo critico sulle questioni sociali. Questo è il presupposto che sta alla base di una democrazia che funziona.
Protezione dei dati in Svizzera
Negli anni Ottanta, lo scandalo delle schedature in Svizzera aveva portato a un elevato scetticismo nei confronti del controllo dello Stato. Fu così che nel 1993 entrò in vigore la legge federale sulla protezione dei dati (LPD). Nel Canton Zurigo, nel 1994 seguì la pubblicazione della legge sull’informazione e la protezione dei dati [Gesetz über die Information und den Datenschutz (IDG)]. Ogni cantone dispone di una propria legge sulla protezione dei dati. L’elaborazione dei dati degli organi federali è soggetta alle disposizioni della LPD, la quale stabilisce anche le condizioni per gli organismi privati e le aziende. Le scuole e gli altri organi pubblici del Cantone Zurigo sono invece sottoposti alle disposizioni della IDG e al controllo da parte dell’incaricata per la protezione dei Dati del Canton Zurigo, la quale monitora l’elaborazione dei dati degli organi pubblici e offre consulenza in caso di dubbi sulla loro tutela.
Protezione dei dati nella vita scolastica
La quantità dei dati raccolti aumenta a tempo record sulla scia della digitalizzazione, così come le possibilità di vederli utilizzati e divulgati. Le applicazioni tecnologiche come il cloud computing, le piattaforme di e-learning, le chat di classe e i social media, oltre ai vantaggi offerti, portano con sé nuovi e più grandi rischi a livello di violazione dell’individualità di ciascuno. Oggigiorno vengono trattenuti e divulgati molti più dati riguardo le e gli studenti rispetto al passato, con la conseguenza che il corpo docente possa esserne involontariamente influenzato in modo negativo. La trasmissione di dati esaustivi relativi all’istruzione può, ad esempio, influire negativamente sulle possibilità di un bambino proveniente da una famiglia con basso livello di istruzione rispetto a un bambino figlio di laureati.
Glossario sulla protezione dei dati
Nella quotidianità scolastica le domande relative alla legislazione sulla protezione dei dati sono molteplici e varie. L’incaricata per la protezione dei Dati del Canton Zurigo ha raccolto le sue risposte ai quesiti di dirigenti scolastici, corpo docente e altro personale specializzato, ma anche dei genitori, e le ha organizzate per parole chiave in un glossario sulla protezione dei dati. Questo documento è in continua evoluzione ed è disponibile su
www.datenschutz.ch
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Il glossario sulla protezione dei dati per la scuola dell’obbligo contiene risposte di semplice formulazione a domande del tipo:
- La scuola può pubblicare in internet immagini che ritraggono mio figlio?
- Io in qualità di genitore posso fotografare i bambini durante la recita teatrale?
- Un docente può scattare una foto ricordo della classe?
- Io in qualità di docente posso parlare di problemi di salute di alunne e alunni in aula professori?
- Io in qualità di docente posso comunicare su Whatsapp con le mie e i miei alunni?
- A cosa devo prestare attenzione se desidero utilizzare un servizio cloud per condividere un lavoro?